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La Fed e il controllo della politica monetaria

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La Fed e il controllo della politica monetaria Alla Casa Bianca non è piaciuta la decisione della Federal Reserve di tagliare soltanto di un quarto di punto il tasso di riferimento. Ma l’attacco furioso via Twitter cela il fatto che a Donald Trump sia piaciuto ancor meno il modo in cui Jay Powell, in conferenza stampa, ha spiegato la decisione. È un rimedio, ha detto il presidente della Fed, all’incertezza prodotta dalla politica commerciale, in particolare dagli effetti della guerra tariffaria sull’economia globale, che ha un impatto negativo su due componenti della domanda americana: esportazioni e investimenti. Si tratta, ha aggiunto, di decisioni che non cadono sotto la responsabilità della Fed, la quale non può fare altro che perseguire al meglio

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La Fed e il controllo della politica monetaria

Alla Casa Bianca non è piaciuta la decisione della Federal Reserve di tagliare soltanto di un quarto di punto il tasso di riferimento. Ma l’attacco furioso via Twitter cela il fatto che a Donald Trump sia piaciuto ancor meno il modo in cui Jay Powell, in conferenza stampa, ha spiegato la decisione. È un rimedio, ha detto il presidente della Fed, all’incertezza prodotta dalla politica commerciale, in particolare dagli effetti della guerra tariffaria sull’economia globale, che ha un impatto negativo su due componenti della domanda americana: esportazioni e investimenti. Si tratta, ha aggiunto, di decisioni che non cadono sotto la responsabilità della Fed, la quale non può fare altro che perseguire al meglio delle sue possibilità il mandato che il Congresso le ha assegnato.

La Fed e il controllo della politica monetariaNon è stata tuttavia la decisione di politica monetaria, peraltro largamente prevista, a fare notizia sui mercati monetari statunitensi. È stata invece l’operazione con la quale la Fed ha immesso liquidità nel sistema bancario per 203,2 miliardi di dollari in tre operazioni condotte tra martedì 17 e giovedì 19 settembre. L’immissione di liquidità è avvenuta con operazioni di pronti contro termine, ovvero di acquisto con patto di rivendita di titoli, soprattutto federali e mutui cartolarizzati (Mbs).

La notizia sta nel fatto che erano più di dieci anni che la banca centrale americana non faceva ricorso a operazioni di questo genere. Ed è piuttosto curioso che abbia dovuto immettere liquidità in un sistema bancario nel quale le banche hanno in mano circa 1.400 miliardi di dollari di riserve in eccesso …

Nulla, tuttavia, che la Fed non potesse prevedere, o che non potesse controllare in via automatica con strumenti simili alle aste a tasso fisso a piena aggiudicazione che la Banca centrale europea offre settimanalmente alle banche europee. Si è dunque trattato di un problema operativo, che tuttavia mette in luce il fatto che la Fed dovrà mettere a punto i propri strumenti per minimizzare la volatilità dei tassi. E fa prevedere qualche prossimo provvedimento di tecnica di politica monetaria da parte della banca centrale americana.

Andrea Terzi

Lars Pålsson Syll
Professor at Malmö University. Primary research interest - the philosophy, history and methodology of economics.

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